Masaccio - L'occhio ribelle e la coscienza critica

In un artista come Masaccio, della cui morte sappiamo vagamente l'anno e il luogo, le lacune sulla produzione certa si sovrappongono a qualche spiraglio biografico desunto da aride note catastali. La lotta per le attribuzioni è vecchia, come gli scontri, e si placa solo di fronte alla potenza e al magistero della sua fulgida meteora che incarna - con Brunelleschi e Donatello - la stagione della Rinascita e fa breccia prepotentemente negli occhi dei suoi contemporanei e, più tardi, anche in quelli di Michelangelo o Caravaggio. Ma resta pur sempre una meteora guardata di sguincio, perfino dal suo Masolino, che in fretta torna ad essere incantato dall'elegante raffinatezza gotica. Uno "scompiglio mentale", come scrisse il Longhi per il pittore di Panicale, che si scolora o si raffredda - di lì a poco - anche nell'Angelico, in Andrea del Castagno o in Piero della Francesca